Sul doppio cognome, materno e paterno

È passato quasi un anno di burocrazia, ma alla fine ci siamo riusciti: dopo aver registrato Alice all’anagrafe con il doppio cognome, abbiamo finalmente ottenuto il decreto prefettizio che aggiunge il cognome di Francesca – mia moglie per chi non dovesse conoscerci – alla nostra primogenita Chiara.

Chiara e Alice, il frutto di un progetto di vita insieme di una mamma e di un papà che hanno pari doveri e che devono avere pari diritti.

Chiara è nata nel 2019, e seppure ignorantia legis non excusat – la legge non ammette ignoranza – non eravamo a conoscenza della sentenza 286/2016 della Consulta che dava già nel 2016 la possibilità di attribuire ai figli il cognome materno, altrimenti avremmo evitato quasi un anno pieno (l’iter lo abbiamo avviato il 27 dicembre 2022 e si è concluso il 13 settembre 2023, al momento in cui scrivo devo ancora andare a ritirare il documento) di ping-pong burocratici.

Nè tantomeno siamo stati avvisati in ospedale – ovvero lì dove ricevi il primo pezzo di carta in cui si attesta la nascita – o all’anagrafe comunale (dove, anzi, l’addetto mi ha anche guardato così chiedendomi “ah, il doppio cognome?“, come se per Alice stessimo chiedendo la luna).

L’iter: domanda scritta al prefetto con identificazione, successiva identificazione in questura con spiegazioni varie, successivo ritorno in prefettura per il ritiro del decreto da far pubblicare in albo pretorio (e un’altra identificazione…) per 30 giorni, poi altri 30 giorni di attesa fino alla firma del decreto da parte del prefetto. Roba che altri si sarebbero fatti scoraggiare mollando tutto.

Abbiamo dovuto motivare il tutto, e per noi è stato semplice: «Aggiunta del cognome materno», questo è stato quello che abbiamo scritto sui documenti, e nessuno ha avuto nulla da ridire, né abbiamo avvertito perplessità.

La nostra non è mai stata una famiglia con ruoli gerarchici ben stabiliti: entrambi abbiamo sempre fatto del nostro meglio mettendoci al servizio dell’altro – e adesso anche di Chiara ed Alice -, cercando di volerci bene anche nei momenti più difficili scegliendo per il nostro bene.

Anche in questo caso la scelta è stata semplice, immediata. Una volta scoperta la possibilità ne abbiamo parlato e, venuta al mondo Alice (che ha da subito avuto il doppio cognome), ci siamo mossi affinché fosse lo stesso per Chiara che ne è felice.

Lo abbiamo ritenuto giusto per entrambe, lo abbiamo ritenuto giusto per Francesca, che non era una mamma invisibile prima così come io non sarò un papà sminuito adesso.

Abbiamo scelto di voler essere parte di questa rivoluzione sociale che mette sullo stesso piano entrambi i cognomi, perché uno non è superiore all’altro,

Lo abbiamo fatto nell’interesse delle nostre figlie, che quando saranno grandi potranno a loro volta decidere quale cognome dare ai loro, di figli, e per non ci sarà nessun problema, saranno libere di farlo.

D’altronde io stesso porto il cognome di mia nonna, con un nonno che non ho mai conosciuto e che non mi manca affatto.

Non è certamente tutto perfetto, il governo dovrà legiferare per evitare che si generino meccanismi assurdi con quattro cognomi, ma il primo passo c’è stato ed era necessario compierlo.

E se qualcuno volesse approfondire, ho trovato qui alcune statistiche interessanti su questa nostra scelta.