Perché non seguo più la Serie A e tifo per il Taranto Calcio, la squadra della mia città

La mia premessa è tutta qui, un messaggio scritto di getto alla fine di Juventus – Barcellona 3-0:

Tutti sanno quanto io sia stato innamorato dell'Inter, seguita nonostante tutto: gli sfottò, il non vincete mai, e chi più ne ha più ne metta. Una squadra che si segue per fede, la cosa più difficile da fare nel mondo, è

un lavoro part time che costa una fatica enorme, perché una domenica sì e una no tocca inventarsi battute in risposta alle cagate che ti vengono riversate addosso, cercando di essere sempre sagaci […] (cit.).

Non per niente si parla di interismo. Chi mi conosce sa quanto ho sofferto il 5 Maggio 2002, e quanto ho poi gioito nel 2010, in Piazza Ebalia, ad esultare come un matto, abbracciando chiunque fosse presente. Sul tetto d'Europa, finalmente. 

Poi, però, qualcosa si è rotto. Troppi interessi, soprattutto economici (cessione Inter e Milan ai cinesi su tutto), la nostalgia per un calcio che non c'è più, i continui insulti dei tifosi del nord a noi che siamo orgogliosamente terroni. Ho smesso di sopportare anche quei "noi vinciamo", "noi giochiamo", "noi facciamo", come se fossero i tifosi ad andare in campo. 

E allora via di campanilismo, via Sky Calcio, via Mediaset Premium. Della Serie A mi rimane solo il Fantacalcio, anzi il Santacalcio. Ho investito i soldi della pay tv nell'abbonamento del Taranto Calcio, la squadra della mia città. E non avrei potuto esserne più contento, nonostante i risultati di questa pessima annata che al momento ci vede penultimi con un piede di nuovo all'inferno della D.

 

 

Per approfondire: Fondazione Taras SportPeople Il calcio visto dagli stadi Football a 45 giri Corrente antagonista