In questi giorni, passati nel letto causa febbrone natalizio (nella speranza che non duri fino a Natale, non è scesa mai sotto i 37.8 ), ho avuto finalmente l’opportunità di leggere il libro di Beppe Grillo "Schiavi moderni – Il precario nel paese delle meraviglie". In sostanza, è una raccolta di centinaia di lettere di italiani, giovani e non, dal bel paese e dall’estero, scritte al Beppe nazionale e tutte riguardanti uno dei più grandi flagelli, una delle più gravi epidemie del nuovo millennio, ossia il
PRECARIATO
Citaz. dalla Wikipedia:
Con il termine precariato si intende, generalmente, la condizione di quelle persone che vivono, involontariamente, in una situazione lavorativa che rileva, contemporaneamente, due fattori di insicurezza: mancanza di continuità nella partecipazione al mercato del lavoro e mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura; con questo termine si intende fare altresì riferimento al fenomeno degenerativo dei contratti c.d. flessibili (part-time, contratti a termine, lavoro parasubordinato), rilevando tuttavia che flessibilità e precariato sono due fenomeni indirettamente correlati, ma non sovrapponibili e assimilabili, e al cosiddetto lavoro nero.
Il quadro che emerge dal libro è totalmente impressionante, roba da stropicciarsi gli occhi e pensare alla rivoluzione francese. Operatori di call-center costretti a fare la fame (4-5 euro all’ora), turni massacranti (è il caso di un ragazzo capoturnocaporepartocaposcaricatore di una nota azienda tedesca di discount), le uniche persone che sembrano felici sono coloro che sono emigrati all’estero..e neanche tanto.
Mi ritengo fortunato. Certo, ho dovuto lottare parecchio, specialmente per far valere le mie idee..ma mi ritengo fortunato. Dopo essere uscito dal Centro Elis di Roma (anche lì ho dovuto lottare..specialmente quando ho rinunciato ad una loro "offerta" per salire su a Milano e lavorare in H3G sentendomi dire che, in tal caso, non avrei avuto in futuro alcun "aiuto" da loro, ma questa è un’altra storia), son stato precario per tre mesi (senza contare gli stage) sempre lì a Roma, salvo poi rinunciare anche alla precarietà e tornarmene qui a Taranto..continuando ad essere precario (qualche contratto di collaborazione) per un anno, firmando l’attuale contratto che, se tutto va come ho già scritto, diventerà definitivo.
Ed è per questo che mi ritengo fortunato, perchè a 26 anni ho raggiunto (quasi, non ho ancora firmato…firmerò ai primi di Gennaio 2008) il tanto agognato contratto a tempo indeterminato. La prima cosa che mi ha detto mio padre, quando ha saputo, è stata: finalmente ti sei sistemato.
Sarà, ma io non mi vedo nè mi sento per niente sistemato. Più si va avanti e più vedo un futuro incerto, pieno di incognite..dovute soprattutto proprio al lavoro, all’economia, a quella che potrà essere una futura pensione. Qui in Italia si va avanti con i prosciutti sugli occhi, non ci si vuol rendere conto che la gente va avanti "con le pezze al c*lo", che la gente fa i salti mortali per arrivare a fine mese. E nel frattempo i politici spendono e spandono, con i loro 30.000€ al mese senza considerare i bonus.
C’è stata una trasmissione televisiva, ieri, che mi ha disgustato. La vita in diretta, Rai Uno. C’era un servizio da casa della contessa Marina Ripa di Meana (contessa, marchesa o duchessa, non l’ho mica capito…è comunque un personaggio, non c’è che dire!), che non sapeva quale vestito mettersi per il cenone di Natale. Ho spento la TV, m’è venuto da vomitare.
Povera la nostra Italia. Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che la cosa più giusta, alla fine, sarà andare via, emigrare..è solo quando penso a questa soluzione che intravedo un futuro. Dite che son scoraggiato già in partenza?
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