Molti di quelli che ogni tanto passano da questo mio blog sanno che spesso mi ritrovo a leggere quanto appare tra le pagine (web) di PeaceLink.
Ebbene, ho scoperto che, mentre qui a Taranto la gente va girando con i bidoncini nell’attesa di riuscire ad intercettare un’autobotte, all’ILVA di Taranto si “scialacqua”.
Che vuol dire? Vuol dire che:
“Da anni infatti lo stabilimento siderurgico riceve 500 litri di acqua potabile al secondo (il 10 per cento del fabbisogno dell’Intero Salento) per raffreddare gli impianti. Non solo, mentre tutti i comuni mortali pagano il «nettare della vita» una tariffa di 1,50 euro al metro cubo per bere, lavarsi e cucinare, l’Ilva invece non paga. Cinquecento metri cubi di acqua senza pagare un euro. A rivelare questa situazione paradossale è lo stesso assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, Onofrio Introna, l’amministratore che quasi quotidianamente è costretto a occuparsi di questo problema epocale per una Puglia che da sempre deve affrontare una crisi idrica l’anno.”
Tutto ciò è veramente incredibile. Qui siamo (quasi) come nel terzo mondo, non c’è l’acqua, che è uno dei beni PRIMARI, è fondamentale per ogni essere vivente sulla terra…e qui lo scialacquiamo, lo utilizziamo per raffreddare gli impianti di una fabbrica che per me non dovrebbe neanche esistere.
Come faccio a continuare a pensare ad un futuro per questa città?