Anche nel latte, chi ci salverà dalla diossina (dell'ILVA)?

Oramai stiamo rasentando il ridicolo. E non sappiamo più a quale Santo in Paradiso dobbiamo appellarci. Il dio denaro vale più di tutto, persino della vita della (povera) gente. Ci vorrebbe Robin Hood, chiaramente un po’ più al passo con i nostri tempi.

Succede che, nelle ultime settimane, è nato l’allarme diossina nel latte e derivati, qui a Taranto. Ripercorriamo la vicenda: PeaceLink, per conto proprio, il 28 Febbraio scorso ha fatto effettuare, presso il laboratorio INCA di Lecce, alcune analisi su un campione di formaggio prodotto nel tarantino, analisi che hanno confermato la presenza di un quantitativo di diossina tre volte superiore alla norma (per me non dovrebbe essercene proprio, n.d.Ch.). Subito la vendita di quel latte è stata bloccata (e non poteva essere altrimenti), con l’assicurazione da parte dell’ASL che la situazione è monitorata, ma già nel 2001 450 campioni di latte diedero valori non desiderabili di PCB. Son partiti controlli a tappeto, c’è chi dichiara Taranto "problema nazionale" (ma c’è chi non se lo fila neanche localmente, n.d.Ch.)

Chiaramente è nata la psicosi, nei tarantini. Cosa ci si poteva aspettare? Respiriamo MERDA, tutti i giorni, e nessuno ci da certezze, ci fornisce dati reali. Vendola afferma che a Taranto non siamo a Caserta, e che non c’è un’emergenza. Si sbaglia, caro Vendola. L’emergenza c’è, e non è relativa al latte. E’ relativa all’aria che respiriamo. Venga a vivere qui, per un mese, poi ne riparliamo. Addirittura punta ancora sull’ILVA, dichiarando che le emissioni devono calare dal 4.5% all’1%. Intanto, però, son raddoppiate. E c’è chi ipotizza il disastro colposo…ma nei confronti di chi?

Che amarezza…vogliamo anche noi il cielo blu

N.B.: Fonte dell’immagine: www.ps-ticino.ch

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