Taranto e l’inquinamento, stabilita la data del referendum anti-Ilva

Nella foto: Giovedì 9 Settembre 2010 – Si alza il vento, e le polveri invadono la città di Taranto
Foto di Marcello Filonide Bellacicco

"E pur si muove!". Non potevo trovare frase più esplicativa rispetto a quella che è la situazione ambientale qui a Taranto. Lentamente, ma qualcosa si muove.

Bomba numero 1: è stata finalmente stabilita la data in cui si svolgerà il referendum anti-ILVA, referendum che è consultivo (il che vuol dire che l'Ilva non sarà in alcun modo obbligata a chiudere parzialmente, totalmente nè a pagare alcun risarcimento) e che verte sui seguenti tre punti:

  • Chiusura totale dello stabilimento (con la salvaguardia dei livelli occupazionali da impiegare in settori alternativi);
  • Chiusura della area di lavorazione a caldo (con lo smantellamento dei parchi minerali che riversano polveri sul quartiere Tamburi) e
  • Richiesta di risarcimento per danni da inquinamento ambientale (come accertato da una sentenza della Corte di Cassazione).

Il Referendum si svolgerà il prossimo 27 Marzo 2011 secondo modalità che verranno successivamente comunicate. E qui posso già introdurre la bomba numero 2: credo che abbia dell'incredibile la gaffe – chiamiamola così – in cui è incappato il Sindaco Ezio Stefàno il quale, in un primo momento, aveva stabilito come data per il referendum il 24 Aprile prossimo (Foto 1Foto 2 – Fonte: Fabio Matacchiera), ovvero il giorno di Pasqua. Non voglio pensare male, la prendo come una gaffe del Sindaco magari provocata dall'inefficienza delle persone che lo supportano…ma quando poi leggo che lo stesso Sindaco di Taranto – che ricordo essere un pediatra, autore di diverse missioni umanitarie in Africa e destinatario di un premio da parte di Medici senza frontiere – voterà contro il referendum…beh, mi cadono le braccia a terra! E non è da meno il Presidente della Provincia

In tutto questo, c'è una possibile bomba numero 3: il prossimo 28 Settembre 2010 scade il termine quinquennale entro il quale sarà possibile richiedere in sede civile un risarcimento all'Ilva per danni ambientali (il tutto in base alla sentenza nr° 38936/05 emessa dalla Corte di Cassazione il 28/9/2005). Al momento, i due comuni di Statte e Taranto oltre che la Provincia di Taranto non si sono mossi in tal senso, e per questo motivo Altamarea ha inviato – il tutto firmato da 29 cittadini ed 11 legali rappresentanti di associazioni tarantine e organizzazioni locali di associazioni nazionali – sei lettere raccomandate ai due Sindaci Ezio Stefàno (Taranto) ed Angelo Miccoli (Statte), al Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido ed ai Dirigenti per gli Affari Generali, in cui si invita ad evitare che scadano i termini per la (necessaria, giusta e dovuta) azione giudiziaria di risarcimento danni nei confronti dell'Ilva.

Se azione giudiziaria non dovesse essere, quanto dichiarato da AltaMarea è chiaro: ci si attiverà per promuovere nei confronti dei destinatari delle raccomandate un’azione penale per eventuali reati ravvisati dalla Procura della Repubblica, ed un giudizio di responsabilità amministrativa e contabile denunciandoli presso la Procura Regionale della Corte dei Conti (rischiano di dover risarcire personalmente l’Ente per il grave danno subito. E non dimentichiamo l'ENI

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